La Cofondatrice Madre Joseffa Vendramin
Madre Joseffa Vendramin (Venezia 1857-1902). Ebbe il compito di far mettere radici alla giovane pianta dell'Istituto. Venne eletta dalle prime quattordici compagne, con le quali pronunciò i voti religiosi, il 23 luglio 1857, nel giorno stesso dell'approvazione canonica delle Costituzioni, ma era già da sette anni la pietra angolare e il punto di riferimento. Curò la vita spirituale e la formazione interiore delle prime Figlie di S. Giuseppe, vivendo nell'ombra luminosa del Ven. Fondatore, in piena sintonia e collaborazione.
Fu la prima superiora generale della Congregazione – dal 1857 al 1890. Ebbe profondo spirito religioso, curò la vita spirituale e la formazione interiore delle prime Figlie di S. Giuseppe con sapienza evangelica e grande umiltà.
Massime della Ven. Madre Joseffa Vendramin
Ad imitazione di Maria SS. procuriamo di essere molto umili, e saremo grandi in cielo.
Amate Gesù e amate come Gesù, cioè amate Dio sopra ogni cosa e il prossimo come voi stesse per amore di Dio.
Chi è umile abbonda di grazie, poiché il Signore le elargisce nella misura dell'umiltà.
Cosa possiamo fare di più grande e più accetto a Dio che cercare con pazienza longanime la sua gloria nell'educare santamente anime che egli ha redento col suo sangue prezioso?
Davvero l'Eucaristia è invenzione di un Dio e di un Dio che è amore.
Dio abita nel cuore dell'uomo, ognuno lo trova dentro si sé, solo che voglia raccogliersi.
Dio fa tutto nell'anima che ha fiducia in lui.
Dio non vuole che lo serviamo per timore, Egli merita di essere servito con amore.
Dobbiamo amare il nostro prossimo come lo ha amato Gesù.
Dobbiamo esercitarci molto anche nella pazienza con noi stessi.
Il fuoco della carità fa volare velocemente sul monte santo della perfezione.
Il silenzio è custode dell'orazione.
Invano pensiamo di amare Dio se non amiamo il prossimo.
L'anima totalmente del Signore, non trova alcuna difficoltà a intrattenersi con lui anche in mezzo alle occupazioni.
L'umile sa che tutto è dono di Dio. L'umile gode di vera pace.
La dolcezza genera pace, carità, pazienza, benignità, mansuetudine, tranquillità, uguaglianza di spirito e unione con Dio.
La scarsa conoscenza di sé e dei propri limiti, produce un eccesso di autostima e di orgoglio che fa giudicare le azioni altrui, rende faticosa la docilità della mente e crea altre imperfezioni.
Nella casa del Signore, e cioè nella via della perfezione, nulla è piccolo, ma tutto è prezioso, purché sia offerto con amore.
Nella S. Casa di Nazaret la divina Famiglia viveva di profondo silenzio, di santa povertà, di perfetta obbedienza.
Non dobbiamo omettere nessuna attenzione, sollecitudine, sacrificio per le anime a noi affidate.
Occorre essere pazienti e dolci con tutti perché con la pazienza tutto si acquista.
Per chi ama, nulla è difficile.
Povertà è affidamento totale nelle mani di Dio.
Quanta dolcezza vi è in questa espressione: Volontà di Dio! Per essa noi soffriamo con molta pace e serenità di spirito qualunque tribolazione.
Se amiamo Gesù, vinceremo ogni fatica, ogni tedio e aridità.
Siamo creati da Dio, viviamo dunque per Dio, in Dio e con Dio.
Una volta che avete aderito alla voce del Signore, non dovete tirarvi indietro.
In occasione del centenario della morte, venne tracciato un profilo di Madre Joseffa Vendramin: Riverberi di Nazaret, dato alle stampe anche in Brasile col titolo Reflexos de Nazaré. Il ritratto della Madre rispetta le scarne notizie storiche che la riguardano e soprattutto i pochi scritti che di lei rimangono.
Antologia di testi da Riverberi di Nazaret
Dio solo
Siamo create da Dio,
viviamo dunque per Dio, in Dio e con Dio.
Lasciamoci guidare, come piccole bambine,
dal suo amore immenso,
fino a perderci totalmente in lui.
Amiamolo senza riserva,
con tutte le forze dell'anima,
pronte in ogni istante, se lo esigesse,
a dare anche la vita
per dimostrargli l'amore che gli portiamo.
Per amore
Dio è Amore.
Egli merita di essere servito con amore.
Il sacro fuoco dell'amore
è l'unico sentimento degno
di una sposa di Cristo.
Abbiate il pensiero fisso nel Dio d'amore
e il vostro cuore si accenda
di desiderio di Lui.
Per chi ama, nulla è difficile.
Il Crocifisso
Volgete lo sguardo a Gesù Cristo
nudo sulla croce, coperto di piaghe
in un mare di pene.
Stringetevi al vostro Amore Crocifisso.
Desiderate essere con lui crocifisse.
Amiamo la croce,
amiamo il Crocifisso
e preghiamolo di spogliarci di tutto
per essere vestite di Dio solo.
Il Cuore di Cristo
Gesù si propone a noi
come il mansueto di cuore.
Il suo cuore adorabile è nostro rifugio.
Il vostro cuore si accenda d'amore
e di intenso desiderio che altri cuori
ardano per lui.
Rivestitevi di mansuetudine
per educare la mente e il cuore delle fanciulle.
Dolcezza e mansuetudine
ci rendono simili a lui,
anche quando siamo interiormente provate.
Lo Sposo
I voti sono il mistico anello
che ci unisce al nostro Sposo Gesù.
Vivendo in Lui solo,
respirando per Lui,
possiamo dire con S. Paolo
non sono più io che vivo,
ma Gesù Cristo vive in me.
Con la consacrazione, spontaneamente,
avete offerto in olocausto la vostra volontà
all'Amore Crocifisso.
E' vostro Sposo: rivestitevi di lui
e consolate il suo Cuore.
La Santa Casa di Nazaret
Viviamo, con la divina Famiglia
di profondo silenzio,
di santa povertà,
di perfetta obbedienza.
Povertà
è affidamento totale nelle mani di Dio
pazienza e abbandono in lui.
Quanta dolcezza in questa espressione:
Volontà di Dio!
Silenzio è solitudine
dove Dio parla al cuore.
Chi altri potrebbe colmarvi il cuore?
Madre Amalia Archinti
Milanese, temperamento ardente, generoso, dotata di acuta intelligenza, perspicacia, di grande equilibrio tra vita spirituale e azione pratica, diresse con energia e amabile signorilità il Collegio di Ceneda e la comunità religiosa.
Pensieri
Chi poco spera, poco ottiene, chi niente spera niente ottiene, chi tutto spera tutto ottiene.
Gesù portò in terra la carità quale dolce fiamma perché ci faccia ardere come lampade per la S. Chiesa di Dio.
Il silenzio permette a Dio di scendere nel nostro cuore e di condurlo dolcemente sulla strada del santo amore.
L'umiltà è quell'atteggiamento interiore di pieno abbandono in Dio che aveva Gesù, il quale dichiarò che suo cibo era fare la Volontà del Padre.
La meditazione è un grande mezzo per conoscere la nostra piccolezza e la grande misericordia di Dio.
La vera devozione a Maria consiste nel camminare con lei per la strada della perfezione.
Nel silenzio Dio parla all'anima, la conforta con parole che sono spirito e vita.
Occorre saper tacere quando è tempo e che il parlare quando occorre sia buono, dolce, caritatevole e semplice.
Parliamo cuore a cuore a Dio, spesso, e con piena confidenza nei meriti di Gesù Cristo, nell'intercessione di Maria e dei Santi.
Quando accade di patire dolori, angustie spirituali o fisiche, guardiamo alla sofferenza del Salvatore e questo renderà la propria dolce e sopportabile.
Sperate, sperate assai, confidate molto in Dio e otterrete tutto. La misura della vostra fiducia è la misura della grazia.
Un'anima che si affida totalmente alla Volontà di Dio nella consolazione e nell'aridità, è davvero libera di spirito.
Madre Luigia Archinti
Milanese, sorella di Madre Amalia, fu donna di pace, edificante e caritatevole. Diresse l'Istituto educativo femm. Manin a Venezia.
Pensieri
Amiamoci nel Signore e Dio sarà con noi.
Chi è povero davvero, possiede Dio, poiché quando il cuore sarà vuoto da ogni affetto che non sia di Dio, Dio lo colma.
Impetriamo, con l'esercizio delle virtù, che venga onorato il SS.mo Sacramento.
La carità è il soave vincolo che ci unisce a Gesù. E' lui il modello della carità e lo dimostra in modo speciale nell'istituzione del Sacramento dell'Eucarestia".
La correzione deve nascere dal desiderio del bene dei ragazzi, non da istintiva reazione.
Non lagnatevi mai delle stagioni, tollerate qualche scomodità per amore del Signore.
Ogni nostra azione, parola e pensiero, tornino a gloria dell'adorabile Cuore di Gesù.
Più saremo umili, più confideremo in Dio e Dio sarà in noi.
Usiamo carità con il prossimo educando le fanciulle che il Signore ci ha affidato e pregando per i nostri fratelli.
Madre Filomena Sonzogno
Veneziana, svolse la sua vita sempre nella parrocchia di S. Giacomo dall'Orio, dove crebbe educata dallo stesso don Luigi Caburlotto. Diresse la Casa di S. Giovanni Decollato, la culla dell'Istituto, con semplicità e dedizione.
Amiamoci nel Signore e Dio sarà con noi.
Chi è povero davvero, possiede Dio, poiché quando il cuore sarà vuoto da ogni affetto che non sia di Dio, Dio lo colma.
Impetriamo, con l'esercizio delle virtù, che venga onorato il SS.mo Sacramento.
La carità è il soave vincolo che ci unisce a Gesù. E' lui il modello della carità e lo dimostra in modo speciale nell'istituzione del Sacramento dell'Eucarestia".
La correzione deve nascere dal desiderio del bene dei ragazzi, non da istintiva reazione.
Non lagnatevi mai delle stagioni, tollerate qualche scomodità per amore del Signore.
Ogni nostra azione, parola e pensiero, tornino a gloria dell'adorabile Cuore di Gesù.
Più saremo umili, più confideremo in Dio e Dio sarà in noi.
Usiamo carità con il prossimo educando le fanciulle che il Signore ci ha affidato e pregando per i nostri fratelli.
Pensieri
Dobbiamo avere sete ardente e desiderio che tutti conoscano la verità.
La croce è la porta sicura per entrare in Cielo: non vi è altra via.
Non ha amore di Dio chi non ha compatimento per il prossimo.
Per imparare ad amare Dio, il più importante mezzo è l'orazione.
Se Dio solo è il vostro bene e il vostro unico rifugio, tutte le altre cose non avranno alcuna attrattiva su di voi.
Tutto procede dal cuore: se il cuore è ben regolato dall'umiltà sarà ben regolata anche la lingua.
Madre Eletta Moggio
Nata in Trentino, Borgo Valsugana, e avviata presto al lavoro per aiutare la sua famiglia, approdò a Padova dove ebbe la sorte di essere orientata all’Istituto delle Figlie di S. Giuseppe da chi la sosteneva nel suo discernimento vocazionale. Conobbe il beato Luigi Caburlotto, fu da lui stimata. Divenne superiora generale e morì prima di completare il suo mandato. Tutte le Sorelle la stimarono una santa. La sua biografia manoscritta, opera di sr Giovanna Tapparelli, sia segretaria, è la fonte di una più breve narrazione (pro manuscripto) che ne conserva memoria.
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Madre Eletta MoggioMadre Adriana Zanchetta
Entrata giovanissima nella Famiglia religiosa delle Figlie di S. Giuseppe, dopo la sua professione religiosa e gli studi universitari, fu educatrice, docente e Preside nell’istituto Magistrale S. Giovanna d’Arco di Vittorio veneto.
Dal 1963 al 1987 governo la Congregazione come Superiora generale, dimostrando notevoli doti di intelligenza, spiritualità, lungimiranza. Per altri vent’anni visse la sua consacrazione come superiora in alcune comunità, e come Sorella, umile, serena, piena di saggezza e di amabilità.
Pensieri
Adorazione
- Possono esservi ore difficili e tragiche nella nostra vita, nella vita della Chiesa e del mondo, possiamo essere oppressi da gravi preoccupazioni ed assillanti occupazioni, ma nessuna vicenda, nessuna responsabilità può sottrarci al dovere di rimanere fedeli e impegnati con tutto il nostro essere ad amare ed adorare il Signore, ad adorarlo in Cristo Gesù, a sostituire ed attuare il Regno di Dio in noi e nel mondo intero. E a Dio, a Cristo Signore dobbiamo con l’adorazione e la lode profonda il più vivo ringraziamento.
Affidamento
- Per sciogliere l’apparente assurdità della vita, occorre guardarla rettamente, e capitolare tra le mani di Dio riprendendo nelle nostre mani il bandolo della matassa intricata della stessa vita e riconoscendo che Dio è il Mistero Santo, e Cristo Crocifisso è la custodia silenziosa in cui riposa il senso della vita, della storia, il senso del mondo.
Amore
- Dobbiamo vivere solo l’amore nella semplicità della nostra umile vita, non permettendo che l’amarezza e il risentimento attentino alla purezza della nostra carità,non permettendo che il sospetto e la diffidenza ci chiudano agli altri.
Calma
- Per quanto dipende da noi non lasciamoci pressare dalle cose… dalle preoccupazioni… dalle pene… e neppure dalle soddisfazioni e dagli entusiasmi passeggeri.
Cercare Dio
- Camminiamo cercando il Signore e riconoscendolo ovunque, soprattutto nell’obbrobrio che lo ha condotto alla Croce.
Coerenza
- Spesso purtroppo il messaggio evangelico della carità è portato al mondo attraverso la parola disgiunta dall’opera. Non sia così di noi, mai!
- Bisogna proprio che impariamo a tradurre le parole in vita anziché accontentarci di riempire la vita di parole.
- Quanto costa essere coerenti al Vangelo fino alle estreme conseguenze! Quanto costa stabilire rapporti autentici e vitali con Dio, nell’umiltà e nell’amore, e ancor più rapporti di giustizia e carità genuina col prossimo più vicino che talvolta urta la nostra suscettibilità, e con i suoi limiti rintuzza il nostro egoismo!
Croce
- Il cristianesimo non è la risposta banale alla domanda del dolore e della morte, è la via più difficile che guarda alla condizione universale di morte e di peccato uniformandosi a quel Dio che si fa carico di questa morte e di questo peccato per sollevare e salvare ciascuno di noi.
Desiderio di Dio
- La Chiesa ci invita ad elevare, a innalzare il nostro spirito, la nostra anima, tutto l’essere nostro a Dio in un desiderio irresistibile di Lui, desiderio che ci impedisca di essere trattenuti dalle cose della terra. Che senta l’anima nostra che Dio solo è il suo vero Bene, che in Dio solo essa troverà pienezza di vita.
Dialogo
- L’amore ci dà la possibilità di stabilire con gli altri un dialogo interiore, prima ancora che di parole, dialogo fatto di accettazione e di comprensione. Il linguaggio dell’amore è da tutti compreso; l’amore vince ogni resistenza, persuade, illumina, rallegra.
Dio
- Non lasciamoci sopraffare dalle angustie, dai patimenti, dalle preoccupazioni di questo povero mondo. Dio è con noi! Lasciamo che agisca, che ci guidi con la sua mano, ci nasconda nel suo cuore, ci conservi nel suo amore. Non agiamo come se toccasse a noi darci la gioia e la pace: sono suo dono ed Egli ce le darà nella misura in cui ci affideremo a Lui. Abbandoniamoci al Padre! Noi e coloro che amiamo! Viviamo nella sue mani sapendo di affidarci all’Amore.
- Che Dio solo ci basti!
- Nulla è perduto per noi fintanto che ci rimane l’Amore e il suo Amore può tutto. Da questo Amore che purifica e salva, da questo Amore che perdona e innalza, noi possiamo e dobbiamo sperare la vita.
- Quale necessità di lasciare posto al Signore, facendo tacere le vane esigenze dell’egoismo e le grettezze del piccolo io!
- Dobbiamo riconoscere la nostra debolezza e impotenza senza amarezza, dobbiamo amare la nostra dipendenza da Dio. Camminiamo verso il Signore soltanto liberandoci da ogni nostra ambizione e presunzione, da ogni egoismo e pretesa.
- Vivere per Dio vuol dire elevarci a Lui anche nelle immancabili difficoltà, in tante necessità terrestri quotidiane.
- Pensare a Dio, amare Dio, operare per Dio, significa in definitiva godere la vita in pienezza, vivere la vera gioia.
- Abbandoniamoci all’azione di Dio, non opponiamo ostacoli alle sue divine esigenze: l’egoismo, la vanità, l’orgoglio, l’amor proprio siano distrutti in noi perché Dio solo regni nelle nostre anime.
Fede
- La fede deve divenire viva nelle nostre opere, operante mediante la carità; essa deve crescere, permeare, impregnare tutta la nostra vita e, se necessario, anche trasformarla.
- Dobbiamo credere, dando alla nostra fede le vibrazioni profonde di una novità che ogni giorno si rivela e si accoglie, quell’entusiasmo convinto che attua il fervore della preghiera, l’umiltà dell’accettazione del mistero di Dio, il distacco dalla cose di questo mondo.
- Dobbiamo sentire che nella fede tutto è sicuro, Dio è nostro, è Presente! Così sentivano e vivevano i Santi!
- Non importa se Egli non ci fa sentire la Sua presenza, se rimane nascosto alla nostra anima. È giusto che la fede ci impegni a rinunciare ad ogni consolazione, a qualsiasi appoggio, a uscire di noi stessi, a strapparci ad ogni vana sicurezza.
- Certamente è la mancanza di fede la radice profonda della nostre debolezze e anche, talvolta, del quasi fallimento della nostra vita cristiana e religiosa, mentre la fede viva, supporto necessario alla vita cristiana si esprime attraverso una coerenza e testimonianza inequivocabili, che sono la prova certa di una vita evangelica sinceramente e fortemente cercata, amata, sostenuta, incarnata.
- Vivere di fede sta nel confronto tra contenuti di fede e di vita per cui si deve continuare ad amare il prossimo, anche quando questo fa soffrire, essere generosi anche con che chi, non lo merita, percepire la presenza provvidenziale di Dio, quando ci si sente soli in situazioni di difficoltà, accettare le innumerevoli vicende quotidiane non desiderate e l’imprevedibile di Dio giorno per giorno, momento per momento.
- La complessità delle cose sembra schiacciarci e non ci fa trovare ragioni che giustifichino la fatica di vivere. Perché il Signore sembra tacere? Interrogativi umani che ci fanno sentire fragili e impotenti davanti alla vita, alla malattia, alla morte. La “ragione adulta ed emancipata”, in qualche modo, domanda a Dio la ragione del dolore… ma, invece di interrogare Dio, lasciamoci interrogare da Lui.
Fede di Maria
- Maria ebbe fede. Ella realizzò nella sua vita tutto ciò che è essenziale alla fede: “non comprese”, “conservò” tutto ciò che avvenne riguardo a suo figlio e al suo mistero, “custodì e meditò in cuor suo” quanto aveva udito e quanto era accaduto. Ebbe fede, camminò nella fede per tutta la vita. Il suo cammino di fede conobbe anche le oscurità. Ella dovette di continuo confermarsi nella fede.Anche la sua fede dovette crescere; perseverò nella fede, unendosi alla passione del proprio Figlio unigenito e al suo sacrificio.
Fiducia
- Come vive libera e pura l’anima che a Dio realmente si affida! Come vive sicura e felice! Conosce tutta la gioia, tutta la beatitudine possibile quaggiù.
- Umiltà e confidenza siano le nostre ali. Non lasciamoci turbare o sgomentare, ma approfittiamo delle nostre stesse debolezze per rendere più puro il nostro abbandono e invincibile la nostra confidenza.
- Veramente la sola valida collaborazione dell’uomo a Dio è quella di credere alla sua azione divina. Fidiamoci! Tutto è grazia e tutto serve a bene di coloro che amano Dio!
- Lo scoraggiamento è veramente la tentazione più grave della vita spirituale, tentazione contro la quale dovremo combattere sempre, perché progrediremo nel cammino verso Dio soltanto nella misura in cui ci sosterrà la fiducia in Lui, fiducia inesauribile, immensa nel suo amore, fiducia che deve crescere in noi ogni giorno di più, via via che cresce il sentimento delle nostre fragilità, la conoscenza della nostra povertà e miseria, anzi, quanto più pesante sarà l’esperienza della nostra debolezza, quanto più grande la stanchezza del cammino e profondo il senso della inutilità del nostro sforzo, tanto più dobbiamo non solo ricorrere a Dio, ma anche credere che in Lui troveremo il perdono, l’aiuto, la forza e la ricchezza di un amore inesauribile, proporzionato all’umile ricorso a Lui.
Gesù
- La sua nascita è marcata di umiltà, di povertà, di fragilità; la sua vita a Nazaret di silenzio, di nascondimento, di operosità; la sua azione apostolica di zelo ardente, di solitudine intima, di croce fino all’abbandono supremo… è un modello altissimo, ma per tanti aspetti imitabile; è l’attrattiva profonda del nostro essere; è l’amore del nostro cuore.
- Dobbiamo configurarci a Cristo crocifisso non lamentando il peso della Croce, ma piuttosto riconoscendo della nostra salvezza, è questo il prezzo della nostra Pasqua.
- Gesù, attraverso la sua povertà, volle insegnarci la confidenza assoluta e l’abbandono filiale al Padre.
- È tanto difficile per noi non contare sulle creature, sulle cose, non aver certezze … Il signore Gesù proclama beati i poveri in spirito – cioè gli umili che non hanno né vanità né orgoglio – perché di questi è il Regno dei Cieli (Mt 5,3).
- Bisogna davvero che Egli – il Cristo – cresca e noi diminuiamo, bisogna che ridimensioniamo i nostri programmi, le nostre misure, i nostri piani, perché il Signore venga, perché il Signore trionfi!
- Cristo viene attraverso la via dell’umiltà e diviene addirittura abiezione ed umiltà; non per nulla Egli si definisce “Via”!
- L’imitazione di Cristo implica anche il sacrificio di noi stesse in favore dei fratelli, implica la nostra mortificazione a bene loro, il nostro “servizio”per loro.
Maria
- Tutta la vita di Maria fu un canto di amore: dal “fiat” di Nazaret al presepio di Betlemme, dal disagio d’Egitto all’agonia del Calvario, dal gaudio della Chiesa nascente alla gloria dell’Assunzione al Cielo, ella perpetua il suo canto di donazione a Dio e all’umanità, mentre l’umanità tutto prestò e presta a Lei il proprio culto in poemi, trattati, opere d’arte d’ogni genere, templi umili e insigni per marmi preziosi e templi più preziosi, chiese viventi e palpitanti, quali gli ordini religiosi denominati con i suoi titoli di gloria e legioni di anime che, a suo mezzo, si consacrando a Dio e ai fratelli.
Misericordia
- Non vogliamo giudicare alcuno mai, o meno ancora possiamo permetterci di condannare anche un solo fratello per il quale Gesù ha dato la vita.
- Dal momento che Dio ci ama e ci copre di misericordia e di perdono ininterrottamente, vogliamo porre nel cuore il perdono e l’umile riconciliazione come legge suprema, da cui sgorghi una accoglienza e una fiducia illimitate per tutti, nonostante gli inevitabili limiti personali.
Morte
- Non rifuggiamo dal pensiero della morte, ma non disgiungiamolo mai da quello consolantissimo della vita beata e della resurrezione che sono la conclusione conseguente alla morte. La morte in Cristo va congiunta alla promessa e alla certezza della resurrezione. Dobbiamo dunque accettare che il cammino terreno debba trovare il suo compimento attraverso la morte.
Nazaret
- La scelta delle cose vili è insegnamento che viene da Nazaret dove nulla vi è di vile ed è mistero di una croce quotidiana, semplice, piccola, oscura ma reale. L’abisso della misericordia rimanda inevitabilmente a Nazaret.
Oggi
- Beati noi se sapremo vivere all’altezza del nostro tempo tanto travagliato e tanto prezioso, tempo che non ci consente mezze misure ma ci vuole coerenti e virili oggi per renderci forse eroici domani.
Pace interiore
- Nulla può inquietare l’anima che non possiede più nulla quaggiù, ma tutto attende e possiede in Dio.
- Saremo sempre più insaziabili finché non ci riposeremo nell’Infinito, cioè in Dio.
Perdono
- Proprio perché Dio ci ama e ci perdona sempre, è possibile anche a noi amare e perdonare.
Piccoli
- Quante vite sembrano perdute agli occhi degli uomini, mentre proprio su queste vite di umili creature poggia la stabilità della convivenza umana, dell’ordine civile e sociale! Queste umili vite incidono nella storia del mondo e operano davvero, insieme a Gesù, la redenzione, la salvezza degli uomini.
Preghiera
- La preghiera deve essere proprio anche sofferenza, passione: la passione della Chiesa che vuol giungere ad ogni anima, la passione di Gesù che vuol redimere un mondo che Gli sfugge, un mondo che vuole allontanarsi da Lui.
- Nella preghiera dell’Ufficio divino così intensa, anche noi diveniamo veramente il cuore del mondo, il suo sostegno, la sua salvezza. Ma la preghiera del Divino Ufficio non è facile: spesso può sembrarci lontana dalle nostre piccole personali necessità e perciò quasi insignificante e talvolta addirittura possiamo sentirla incomprensibile. Effettivamente essa c’impone qualche sforzo: anzitutto la dimenticanza dei personali piccoli interessi per immergerci nella vita della Chiesa universale, e inoltre la comprensione sempre più profonda del significato dei salmi ripetuti con Gesù e in Gesù.
- Attingiamo a piene mani alle fonti del Salvatore!
- Quanto bisogno abbiamo di rinnovarci nella fede, così che essa penetri in profondità la nostra anima e la pieghi nell’adorazione, l’accenda nella carità, l’impegni nella coerenza della vita!
- Ancora, la fede deve farsi così viva e attiva da renderci impossibile percorrere altre vie che quella del tabernacolo per fare di Gesù il depositario delle nostre gioie, il consolatore delle nostre pene, il medico delle nostre ferite, l’amico delle nostre ore di solitudine, il confidente dei nostri propositi di ascesa.
- Ai piedi di Gesù Sacramentato preghiamo in modo singolarissimo, in quest’ora di martirio e di gloria per la Chiesa, perché Cristo illumini e sorregga il suo Vicario, supplichiamolo a vincere le resistenze dei singoli e delle collettività, a diradare le tenebre dell’ignoranza e dell’insipienza…
- Siamo chiamati a pregare col sentimento della nostra povertà, ma la preghiera più vera e più proficua è questa attenzione pura a Dio.
- Dobbiamo inginocchiarci sovente innanzi al Crocifisso, al Tabernacolo e domandare a Gesù il segreto della espiazione che Egli ha consumata e a cui ci ha associati a gloria del Padre e a salvezza nostra e dei fratelli.
- Preghiamo con umiltà e fede; l’umiltà rende viva la nostra preghiera e la alimenta; l’umiltà fa sì che sperimentando il nostro nulla, imploriamo da Dio il soccorso che da Lui solo può venire.
- E preghiamo che la miseria e la fragilità della nostra povera vita non ci tolgano mai la possibilità di questo incontro con Dio nel Cristo.
Quotidiano
- Dobbiamo sapere che questo umile sacrificio quotidiano non è perduto, perché ciascuno di noi, nel Cristo, è chiamata a rivivere il suo stesso mistero: mistero di annientamento perché mistero di amore.
San Giuseppe
- San Giuseppe appare e scompare nella storia della redenzione umana senza lasciare altra traccia tranne quella di un amore che serve in ogni momento. Egli prega, obbedisce, lavora e scompare compiendo il tutto silenziosamente come chi sa di non aver diritto di richiamare su di sé l’attenzione neppure un istante perché suo compito è unicamente quello di rivelare e giustificare la presenza di Gesù tra gli uomini. Alla vita guardò con quel distacco con quella fiducia e pace che gli umili e poveri conoscono meglio di altri, aspettava soltanto di servire il Signore nella trama di una esistenza che scomparisse nell’anonimo, nel lavoro silenzioso e benefico che non ambisce distinzioni e privilegi ma vuole solo servire …
- San Giuseppe ci dà un esempio del quale abbiamo bisogno per alimentare le nostre intramontabili certezze e per rendere anche noi al mondo un servizio che sia portatore di bontà.
Semplicità
- All’anima che, sotto l’azione dello Spirito Santo, si fa piccola, tutto appare semplice e chiaro; per essa tutto è grazia, tutto è motivo di amore e ringraziamento.
Silenzio
- Il silenzio, il raccoglimento farà di noi delle persona “in ascolto”, capaci di pregare, di comprendere, di donare, di amare.
- Il Silenzio è il vero nutrimento dell’anima. La nostra preghiera è fatta soprattutto di silenzio.
Spirito Santo
- La missione dello Spirito Santo nella Chiesa e in noi, anima battezzate, è questa: plasmarci secondo l’immagine di Gesù per renderci come Lui e in Lui la lode del Padre.
Umiltà
- Osserviamo gli Apostoli: Hanno perduto ogni alterigia e orgoglio. Umiliati dai propri errori, sono divenuti miti e remissivi. Ogni presunzione è scomparsa. Non si offendono, non protestano dinanzi alla incredulità di Tommaso … hanno capito i loro limiti e perciò si lasciano penetrare da un’umiltà profonda. La consapevolezza della propria povertà, per la quale hanno abbandonato il Signore … non lo hanno riconosciuto … scava nel loro spirito atteggiamenti nuovi e li raccoglie in un’orazione più intensa, in uno spirito di unità più sentito, per cui sembrano appoggiarsi l’uno all’altro, semplicemente, tutti sostenuti da Maria Santissima, la vergine Madre.
- Non dimentichiamo che Dio compie il Suo mistero, oggi come un tempo, nell’umiltà e nel silenzio.
Virtù
- Ora, fra tutte le virtù di cui Gesù è divino modello, certamente hanno singolarissimo risalto l’umiltà profonda e la somma carità.
Vita spirituale
- La vita spirituale, poi, cresce alla sequela del Cristo, quando riconosciamo in Lui il nostro Maestro e, desiderando apprendere tutto da Lui, ci poniamo alla sua Scuola entrando sempre più nella sua intimità.
Vivere oggi
- Se la provvidenza di Dio ci fa vivere in questo momento storico, ciò significa che nel contesto della vita sociale odierna, nelle situazioni attuali di vita noi dobbiamo santificarci e realizzare il nostro ideale. Le pesanti circostanze nelle quali ci troviamo a vivere, lungi dal ritardare il nostro passo d’ascesa, dovrebbero rinvigorirlo: proprio perché tutti i valori sono minacciati, noi dobbiamo sentire il bisogno di rassodare i nostri principi confermandoci nella validità del nostro dono d’amore.